I ricci (Erinaceus Europaeus) appartengono alle forme più forme più vecchie di mammiferi.
I ricci si sentono a casa dove le possibilità di nidificare e l‘offerta di cibo sono presenti in uno spazio relativamente ristretto.
Oggi vivono principalmente nei verdi centri residenziali, in giardini e parchi, che dispongono di diverse strutture, come siepi, cespugli, foglie e mucchi di rami secchi, il territorio nei parchi e giardini dei centri abitati è relativamente piccolo, nelle zone rurali per i maschi raggiunge i 100 ettari (talvolta di più) e per le femmine da 20 a 30 ettari. Non soltanto l‘offerta di cibo stabilisce la grandezza dello spazio vitale, ma per i maschi è anche molto importante la distribuzione delle femmine.
Per quanto riguarda la morfologia gli adulti raggiungono una lunghezza di 24 –28 cm e il loro peso è compreso tra 800 e 1500 g. I maschi sono in generale un po‘ più pesanti delle femmine.
L‘unica sicura differenza tra maschio e femmina è costituita dalla forma e posizione dei loro organi sessuali. Nei maschi l‘apertura del pene ha la forma di un piccolo bottone nella parte inferiore della pancia, dove si presumerebbe l‘ombelico. Nelle femmine invece la vulva si trova subito prima dell‘ano.
Alla nascita, i piccoli ricci presentano già circa 100 aculei e sono avvolti in una membrana per proteggere la madre durante il parto, la quale una volta nati provvede subito a toglierla.
Gli adulti possiedono da 6000 a 8000 aculei e ad ogni pericolo si arrotolano su sè stessi, in modo da formare una palla, e raddrizzano gli aculei.
Per quanto concerne l'alimentazione, i ricci sono degli insettivori notturni. Si nutrono di coleotteri e le loro larve, di farfalle notturne e di zanzare. Inoltre mangiano lombrichi e altri vermi, lumache, ragni, millepiedi, qualche scolopendra e ogni tanto carogne.
Il periodo degli accoppiamenti ha luogo a seconda del tempo e del clima tra aprile e la fine di agosto. Dopo una gestazione di 35 giorni nascono da 2 a 10 piccoli, in media però tra 4 e 7, ciechi e sordi, che vengono allattati per la durata di 6 settimane durante il giorno.
Durante la notte la madre è in cerca di cibo. All’età di 3 a 4 settimane i cuccioli lasciano per la prima volta il loro nido, allontanandovisi sempre più e incominciando pure a mangiare ciò che trovano. La madre non li accompagna alla ricerca del cibo!
Per sopravvivere alla stagione invernale , nella quale il cibo scarseggia o manca del tutto, i ricci vanno in letargo. Essi mangiano il più possibile durante l’autunno, per appropriarsi un buon strato di grasso come riserva d’energia. Grazie alle funzioni corporee ridotte ad un minimo essi possono sopravvivere fino a 6 mesi senza cibo. Durante il letargo i battito cardiaco scende da 180 battiti al minuto a 8; respirano da 3 a 4 volte al minuto invece delle normali 40 a 50. La temperatura corporea scende da circa 36°C a soli 5°C. Durante il letargo un riccio normale perde dal 20% al 30% del suo peso.
Se trovate un riccio che vi sembra ferito o in difficoltà la prima cosa da fare è metterlo delicatamente in una scatola con dei fori, in una zona buia e tranquilla, quindi consultare un veterinario che possa occuparsene, il centro di recupero più vicino, o il corpo forestale dello stato o la polizia provinciale o il WWF .
Un altro problema si pone tra maggio e settembre, se l'animale ferito è una femmina, perchè ci possono essere dei piccoli nelle vicinanze. La loro presenza la manifestano con versi simili a cinguettii. Attenzione però a quando ci si imbatte in un nido di riccetti, la mamma potrebbe essere nelle vicinanze e disturbata dalla nostra presenza. Prima di intervenire osservare bene da lontano e nel dubbio non toccare i cuccioli, perchè mamma riccia potrebbe poi non riconoscere più i suoi piccoli e abbandonarli. I riccetti bisognosi sono quelli assaliti da mosche e che vagano con gli occhi chiusi.
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